Ttitolo | ALMANACCO DELLO SPECCHIO n.5 |
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Autore | Alberto Di Raco |
categoria | Poesia |
Casa Editrice | Mondadori |
Anno di pubblicazione | 1976 |
Alberto Di Raco con questi suoi Metameri ci dà un’opera di poesia matura e interessante anche per lettori non facili a improvvisati entusiasmi. Il suo lavoro, infatti, lontano dalle nuove troppo conclamate e, in particolare, divergente dal puro verbalismo, o anche dal gioco intellettuale che ha caratterizzato in modo vistoso la poesia di stampo prevalentemente neoavanguardistico degli anni ’60, tende a “traversare” queste esperienze, da cui ha preso, tutt’al più, un gusto per la parola calzante e icastica, verso altri esiti e forme. La radice del lavoro di Di Raco è, semmai, da cercare nel poemetto narrativo, diciamo così di origine “Vociana”, nel senso pregnante di natura e di “epos” che ha caratterizzato, negli anni ’50, Il lavoro di scrittori come Pasolini, o Roversi, o Volponi.
Anche in questo caso, tuttavia, Di Raco non si è fermato alla dimensione, diciamo, puramente ideologica o semplificata del poemetto o del racconto in versi, alla riduzione sociologica della sua materia, ma ne ha svolto viceversa il nucleo tematico verso dimensioni di diversa complessità espressionistica e allegorica, in gradi di allargarne lo spazio e la stratificazione in senso riccamente metaforico e significante, quando non emblematico.
Privo di illusioni collettive, figura corale quel tanto che glielo impongono i riti collettivi della sua generazione massificata, per Di Raco i riscatti non saranno più palingeneticamente esterni alla sua situazione di parlante assatanato dai tempi industriali e dai ritmi-lavoro, ma sono invece nella piena aderenza interna della parola al ritmo biologico del suo discorso, nella sua capacità di figurarne in linguaggio la materia fitta, ricca, ribollente, non mai del tutto congelata.
Presentazione di Marco Forti
RECENSIONI:
Giorgio Bàrberi Squarotti, Verità, dolore della poesia – La Stampa 5/5/1978
Domenico Porzio, Panorama – Libri 9/5/1978
“…egli riesce a estrarre sollecitazioni, per trasparenti metafore icastiche, limpide ragioni di canto e figurazioni tanto più allarmanti e persuadenti, a nostro avviso, quanto più distaccate e indipendenti dal contesto ideologico e industriale.”
P.Ruffilli, Prigioniero di un cerchio – Il Resto del Carlino, 20/5/1978
“…i momenti più felici di questa poesia…quelli in cui si segna esemplarmente una condizione diffusa dell’uomo moderno, in tutta la sua drammatica violenza e assurdità, tra blocchi enormi di costruzioni e labirinti di strade. Il poemetto narrativo…è la misura formale di metameri, questa sorta di organizzazione longitudinale di segmenti poetici, di serie unica di elementi con formula eguale ma proprietà differenti.”
F.Riccio, I metameri poetici, Il Mattino, 31/5/1978
Francesco Paolo Memmo, Interviene con rabbia e violenza sui grandi temi dell’attualità – Paese Sera 18/61978
“…si pensa al Pasollini epico, alla rabbia di Roversi, alla vocazione sociologica di Volponi…
(Anonimo), Libri e Riviste d’Italia, maggio – giugno 1978
G.Pandini, C’è tempo anche per i poeti, Gazzetta del Popolo, 3/8/1978
N.De Bella, La voce repubblicana, rubrica ”Il bancone”, 5/8/1978
Mario Lunetta, Un violento tete-à-tete con le nostre tenebre, Il Messaggero, 17/8/1978
“…E’ la voce roca, torbida e irriducibile di uno scrittore tra i più adulti della sua generazione. Ed è impossibile non udirla.”
E.Sabatino, quotidiano “Roma”, rubrica “Scaffale” 26/81978
C.Felice Colucci, Galleria e Nostro Tempo dicembre 1978
G.Palmery, Il Messaggero 11/71979
Ttitolo | ALMANACCO DELLO SPECCHIO n.5 |
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Autore | Alberto Di Raco |
categoria | Poesia |
Casa Editrice | Mondadori |
Anno di pubblicazione | 1976 |